Il passaggio generazionale dell'azienda: perché pensarci per tempo
di Lorenzo Dragoni | pubblicato il 5 luglio 2021
In Italia il trasferimento di testimone agli eredi è un tema cruciale e non riguarda solo le aziende di piccole dimensioni. Infatti, anche quelle che fatturano più di 20 milioni di euro all'anno, sono nel 65% dei casi, a conduzione familiare. Nei prossimi cinque anni il 20% delle aziende vedrà un cambio di conduzione. Secondo l'Osservatorio AUB un quarto delle imprese famigliari è gestito da un imprenditore over 70.
Ma gli imprenditori sono pronti a questo passaggio?
Nonostante il tema sia attualissimo e in ballo ci sia la continuità dell'azienda e con essa, del patrimonio di intere famiglie, sembra che gli imprenditori italiani non siano pronti (vedasi grafico sottostante). In molti casi non esiste un'adeguata consapevolezza dei rischi di natura civilistica e fiscale connessi alla successione della propria azienda. Ad esempio, dal punto di vista civilistico, in assenza di testamento, l'azienda viene ereditata in comunione indivisa tra tutti i coeredi. Tale condizione comporterebbe lo stallo per l'azienda e litigiosità per i coeredi. L'organizzazione e le partecipazioni sociali sono quindi beni che cadono in successione al pari di tutti gli altri beni e diritti dell'imprenditore (es. immobili, patrimonio mobiliare, ecc). Nel caso in cui l'imprenditore decidesse in vita di designare a un figlio la conduzione dell'azienda, deve considerare che testamento e donazione non sono sempre soluzioni definitive. Il testamento deve essere redatto con estrema attenzione cercando di non ledere la legittima tra gli eredi legittimari. Dal punto di vista fiscale invece, l'imprenditore non sempre è consapevole del fatto che una programmazione della successione d'azienda può consentire un risparmio in termini di imposta di successione e donazione.
Il passaggio dell'azienda da una generazione all'altra è un momento molto difficile e delicato ed è meglio pianificarlo per tempo e condividerlo con gli interessati. Considerato il tessuto produttivo del nostro Paese (da uno studio di Prometeia pubblicato sul Sole 24 Ore, il 92% delle imprese attive del territorio sono PMI) questo passaggio è ancor più delicato. In Italia ben l'80% dei casi di passaggio generazionale d'azienda ha carattere traumatico. La gestione del processo è cosi complessa che il 70% delle aziende non sopravvive al loro fondatore, poco più del 10% arriva alla terza generazione e meno del 5% alla quarta.
I dati riportati nel grafico precedente sono il frutto di una mancata pianificazione. Solo il 55% degli imprenditori dichiara di aver già affrontato il tema del passaggio generazionale della propria azienda. Un trasferimento dell'azienda ai figli non può essere gestito nella fretta della contingenza. E' giusto comprendere se i figli sono interessati alla continuità aziendale, se ne hanno effettivamente le competenze, lo spirito e le capacità e, nel caso uno degli eredi non fosse interessato, se esistono le disponibilità finanziarie per liquidare gli stessi.
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